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La Luce e la vita

Casella di testo: Fusione Fredda

La fusione nucleare fredda, detta comunemente fusione fredda (in inglese "Cold Fusion" (CF), "Low Energy Nuclear Reactions" (LENR) o Chemically Assisted Nuclear Reactions"), è un nome generico attribuito a reazioni di fusione nucleare che avvengono a temperatura relativamente bassa, invece che ai milioni di kelvin normalmente necessari.

Così come per la fusione termonucleare (fusione calda), anche per la fusione fredda è necessario avvicinare i nuclei di Deuterio e Trizio a distanze tali da poter permettere le reazioni di fusione; nella fusione fredda, però, tali reazioni vengono accelerate dai cosiddetti catalizzatori ed avvengono a temperature e a pressioni relativamente basse.

La fusione fredda divenne improvvisamente famosa il 23 marzo 1989, quando i chimici Stanley Pons (della Università dell'Utah negli USA) e Martin Fleischmann (dell'Università di Southampton, Inghilterra) annunciarono alla stampa di essere riusciti a realizzarla.

La fusione fredda continua ad essere oggetto di ricerca in alcuni Paesi, tra cui l'Italia. Infatti, il gruppo italiano Antonella De Ninno, guidati dal professor Scaramuzzi, realizzò presso l'ENEA di Frascati un esperimento utilizzando il titanio al posto del palladio e dimostrò che quando il titanio assorbe a bassa temperatura gas deuterio, si verifica un surplus di energia e sono emessi neutroni. Lo stesso gruppo di ricercatori ha dimostrato, tramite un successivo esperimento, la produzione di Elio-4 dalla cella elettrolitica costituita da un catodo di palladio e da un anodo di platino immersi in acqua pesante.

In generale, comunque, gran parte della comunità scientifica internazionale ha accolto con scetticismo e sfiducia i risultati sperimentali, che hanno suscitato notevoli polemiche. L'argomento principale a discredito della fusione fredda è quello secondo cui nella fusione fredda si producono un numero di particelle nucleari troppo basso per poter giustificare il calore prodotto. Inoltre esistono ancora numerose controversie (di tipo teorico) sulla natura e sui meccanismi della fusione "fredda".

Non la pensano così illustri scienziati, anche italiani, ma sembra che la comunità scientifica internazionale non abbia intenzione di rinunciare al boicottaggio sistematico dei risultati positivi ottenuti da alcuni ricercatori sia in Italia che all’estero.

 Emblematico è il caso di Giuliano Preparata, docente di Fisica Nucleare dell'Università di Milano, che elaborò una sua "teoria coerente sulla fusione fredda", basata sull'elettrodinamica quantistica (QED) nella materia condensata e capace di effettuare previsioni corrette sui risultati da ottenere. Pare che a causa di questa “colpa” gli sia stato negato il premio Nobel per la Fisica.

Notevolmente approfondita l'analisi giornalistica di rainews24, che merita una citazione particolare. La tesi adombrata dal giornalista (sulla base di un supporto documentale coeso e trasparente) è piuttosto seria, e ipotizza l'esistenza di una manovra politica rivolta a depistare le finalità della ricerca da un contesto meramente civile ad uno di carattere bellico.

Di seguito il servizio di rainews24:

 

 

Ecco il filmato:

La fusione fredda esiste, funziona e non è una burla, ma il mondo scientifico italiano e mondiale preferiscono ignorare tale fatto.

Mentre parliamo l'ENEA continua in sordina una piccola ricerca sulla fusione fredda finanziata dal Ministero delle Attività Produttive. In Francia l’E.D.F. (l’Enel francese) ci lavora in un laboratorio dedicato. Esistono realtà industriali poco note nel mondo che la fusione fredda la considerano ben più di una "bufala".

Anche in Campania, a Caserta, Domenico Cirillo e Vincenzo Iorio dedicano da anni il loro tempo ed i loro soldi alla sperimentazione che usa tungsteno e acqua distillata, ottenendo risultati energetici esaltanti e riuscendo a far trasmutare la materia.

 

Qui puoi scaricare il Rapporto 41 (.pdf)

 

Abbandonare così la fusione fredda, persa tra le pagine di internet e preclusa ai media accreditati a livelli più elevati o alle masse, è un vero crimine contro l’Umanità, perché significa cancellare anni di studio e di ricerca.

Giornali e televisioni ci raccontano di guerre fatte per il petrolio, domani forse per l’acqua e non vogliono che la gente sappia che una soluzione a tutto questo c’è. O è molto prossima.

L’egoismo e gli interessi di parte (vedi società petrolifere, ad esempio) oggi ci rovinano e non ci permettono di capire la vera portata di una rivoluzione energetica e anche le terribili conseguenze che porterà se non saremo pronti abbastanza per adeguarci all’impatto della nuova era e delle sue possibili e formidabili scoperte scientifiche.

 

Moderna storia di alchimia ed inquisizione.

 

Benedetto Croce sosteneva: "La maggior parte dei professori hanno definitivamente corredato il loro cervello come una casa nella quale si conti di passare comodamente tutto il resto della vita; da ogni minimo accenno di dubbio...diventano nemici velenosissimi, presi da una folle paura di dover ripensare il già pensato e doversi mettere al lavoro". Questa è effettivamente una delle problematiche psicologiche che sta alla base della difficoltà di accettare nuove visioni scientifiche. Non è l’unica, come vedremo. Ma sicuramente la pigrizia intellettuale e l’attaccamento al potere accademico sono dei fattori importanti. Attualmente è divenuto in realtà fondamentale anche il potere economico.

Può essere interessante ricordare alcuni aneddoti del passato che fanno luce sul presente.

Quando Alexander Graham Bell, negli Stati Uniti d’America, decise di proporre l’idea del telefono, avendone capita l’utilità, per noi oggi ovvia - dopo essere stato rifiutato dal U.S. Post office e dalla Western Union - andò al British Post Office, il cui ingegnere capo era Sir William Preece, uno dei più importanti scienziati inglesi dell’epoca. Preece era membro della prestigiosissima Royal Society ed aveva studiato col grande Michael Faraday. Ebbene, cosa disse questo eminente scienziato quando Bell gli spiegò il funzionamento e l’uso del telefono?!

Rispose: "L’Inghilterra è piena di ragazzini che possono portare messaggi". Questo è ciò che disse.

Poi si distinse anche in seguito per un’altra affermazione relativa alla lampadina: "Un’idea completamente idiota".

Questi sono esempi abbastanza interessanti che riguardano apparecchi, invenzioni, non di chissà quali nuove idee sulla visione del mondo...

Lo stesso famoso Michael Faraday fu accusato di ciarlataneria quando annunciò di poter generare una corrente elettrica semplicemente muovendo un magnete in un avvolgimento... cosa oggi ovvia, che si usa ad esempio nella dinamo della luce della bicicletta....

 

A seguito di quella comunicazione di Fleischmann e Pons sulla fusione fredda, ci furono una serie di critiche; si disse: No, non è possibile. Infatti, essendo un fatto nuovo non rientrava nel paradigma corrente della fisica nucleare. In questa sede non mi dilungherò sui motivi tecnici....

Comunque, la cosa non rientrava nella teoria, e quindi venne messa da parte come una sciocchezza.

Cosa successe - cose indegne della scienza - poco dopo questa "sentenza di condanna"?

Ovviamente ci furono dei tentativi di riproduzione del fenomeno in altri laboratori. Ma, non trovando subito gli stessi risultati, si parlò addirittura di "possibile frode". In particolare al M.I.T. (il prestigioso Massachussets Institute of Technology) furono tra i primi a tentare questa replica dell’esperimento, senza risultati. Lì, tra l’altro, c’è un grosso gruppo che si occupa di fusione calda... Un ingegnere, laureato al M.I.T., allora caporedattore scientifico dell’ufficio stampa dell’Istituto, Eugene Mallove, scettico sulla fusione fredda, analizzò i risultati del M.I.T. e ne rimase folgorato!

Si era reso conto che era stata spostata l’origine dell’asse delle temperature per nascondere del calore che si era sviluppato nell’esperimento... Un vero e proprio "trucco"!

Chi ha esperienza di laboratori, purtroppo sente spesso di queste cose...

Non parliamo della medicina... ma anche nel campo di quella che si chiama la "scienza dura", cioè la fisica, in cui veramente c’è poco da inventarsi le cose, in realtà non è esattamente così!

Perché spesso, siccome ti aspetti una certa cosa, vai talvolta a cambiare quel punto sperimentale... E’ tipico degli studenti ai primi anni, nelle loro esperienze di laboratorio didattiche, perché hanno paura del voto cattivo....

Infine vi voglio solo citare un altro caso avvenuto nel 1999, esempio di moderna inquisizione della scienza, in cui è incorso Arpad Pusztai, scienziato di un istituto medico governativo britannico che sta in Scozia, l’Istituto Rowett. Nell’ambito delle sue normali ricerche doveva studiare l’effetto di certe patate transgeniche, cioè modificate geneticamente allo scopo di renderle resistenti a particolari agenti patogeni.

Fatti gli esperimenti per capire se queste patate date in cibo ai topolini avevano qualche effetto, si era accorto che deprimevano l’apparato immunitario dei topi da laboratorio.

Lo ha detto pubblicamente, addirittura in televisione.

Ha detto: Sto continuando gli esperimenti, ma ora come ora queste patate non le mangerei.

E’ successo il finimondo! E’ stato costretto a dimettersi dall’Istituto. In seguito 20 scienziati hanno firmato un documento di protesta in sua difesa.

Questo è un altro ambito abbastanza minato perché manca un paradigma ben affermato, d’altronde ci sono anche fortissimi interessi economici, e questi due ingredienti conducono all’inquisizione.

E’ vero, infatti, che secondo il paradigma corrente non ci si aspetta che i cibi modificati geneticamente possano far male. Questa è la verità. Questo fatto, tende a far sì che se uno dice tranquillamente ed allegramente: I cibi transgenici non fanno male, non viene radiato dall’Istituto.

Mentre se uno fa una serie di esperimenti seri, arriva a dei ben precisi dati sperimentali e dice: Secondo i dati, bisogna approfondire, ma sembrano esserci effetti negativi, per cui non le mangerei, viene radiato dall’Istituto. Questa è il tipo di situazione.

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- Scienza di confine:

 

· La Fusione Fredda

· Il tempo e la relatività

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Dalla prefazione di G.Preparata

 

Sono passati esattamente dieci anni da quella giornata di primavera (il 23 marzo 1989) in cui due elettrochimici, allora all’Università dello Utah, M. Fleischmann e S. Pons annunciarono all’umanità che l’alba di un nuovo mondo si era appena dischiusa.

Come Roberto Germano racconta con passione, precisione e ricchezza di particolari in questo bel libro, il formidabile apparato scientifico-tecnologico dei nostri tempi doveva dare a questo annuncio pieno di speranza una ben triste risposta: lo scherno, la derisione, l’emarginazione di chiunque abbia cercato di seguire i due scienziati nello sviluppo di un programma di ricerca totalmente nuovo, che mette in discussione una buona parte delle certezze e dei punti fermi della organizzazione scientifica planetaria.

Chi abbia una qualche conoscenza della storia della Scienza si affretterà certamente ad obiettare che tutto ciò è assolutamente naturale: di che meravigliarsi?

Non è forse stato così per Copernico, Bruno e Galilei alla nascita della scienza moderna? Certamente, ma gli scienziati (una moltitudine impressionante) e le istituzioni scientifiche che hanno reso e rendono la vita impossibile allo sparuto drappello di coloro che hanno preso sul serio il messaggio di Fleischmann e Pons, sono gli stessi che ci ricordano ad ogni pie’ sospinto il grande debito che l’umanità ha nei confronti di quei coraggiosi e di chi, sfidando inquisizione, comunità accademica e varie istituzioni politico-economiche del tempo, li volle seguire. E questo la dice lunga, come ci ricorda Germano, sulla grande somiglianza che esiste tra la "comunità" scientifica odierna e quella degli Aristotelici che tanto filo da torcere dettero agli innovatori, figli del nostro Rinascimento.

La "saga", della Fusione Fredda è quella che più ci apre alla speranza.

E’ proprio questo l’aspetto che da quel giorno del marzo del 1989 ormai lontano mi ha convinto ad imbarcarmi in un’avventura intellettuale ed umana che, sapevo, mi avrebbe procurato non poche amarezze e delusioni, allontanandomi e alienandomi da quel mondo, quello accademico voglio dire, che fin dagli anni verdi avevo considerato come il mio, e che mi aveva riservato non poche soddisfazioni e riconoscimenti.

Ma ciò è stata pur sempre ben poca cosa di fronte alle gioie che il dipanarsi di questa nuova realtà, che insieme a pochi amici e colleghi contemplavo per la prima volta, mi arrecava e continua ad arrecarmi.

Infatti sono proprio quegli straordinari eventi che, ad esempio, avvengono in una matrice metallica di Palladio, percorsa dall’isotopo dell’idrogeno, il deuterio, che fanno gridare allo scandalo la maggioranza degli uomini di scienza, che ci stanno convincendo che i meccanismi dinamici che governano la materia condensata, animata ed inanimata, sono ben più sottili e potenti di quelli che sono stati fin qui ipotizzati e studiati.

Non solo, ma una serie di deduzioni, basate sull’elettrodinamica quantistica, che mi avevano convinto ben prima del 1989 che le idee correnti sulla materia erano gravemente carenti, trovano nella scoperta di Fleischmann e Pons una drammatica indicazione della loro sostanziale correttezza e rilevanza.

Ai miei occhi, la Fusione Fredda è venuta così ad apparire come la punta di un iceberg che non solo avrebbe fatto affondare la nave degli scienziati sciocchi di fine secolo, ma avrebbe fatto emergere una nuova realtà ben più ricca e sottile di quell’immane meccano di palline atomico-molecolari la cui inadeguatezza e povertà concettuale, ahimè, domina oggi fisica, chimica e biologia.

 

(Fusione fredda: moderna storia di alchimia ed inquisizione, di Roberto Germano- 1999)

 

 

(Testo della conferenza-dibattito su nuove prospettive della scienza tenuta nell’ambito delle attivita’ dell’Associazione Altanur il 16 Marzo 2000, presso "Lontano da dove", Caffe’ dei libri, e della musica, e del teatro, via Bellini 3, Napoli)

Fusione Fredda (metodo classico)

 

E' da almeno due anni che la fusione fredda, oltre a funzionare, è perfettamente riproducibile, controllabile e, soprattutto, capita e spiegata.

Si ottiene così: si prendono due elettrodi; una barra di platino e un filamento di palladio, si mettono in una soluzione elettrolitica contenente acqua pesante (D2O acqua dove l'idrogeno è sostituito dal deuterio, isotopo dell'idrogeno), il tutto in un contenitore di vetro ben isolato dall'esterno.

Si apporta corrente continua al sistema e l'effetto sarà che il deuterio (possiamo paragonarlo ad una persona) si accumulerà in grande quantità nel palladio (paragoniamolo ad un autobus), che per la sua struttura funziona come una spugna molto porosa.

All'interno del palladio (l'autobus) gli atomi di deuterio si accumulano in spazi sempre più ristretti (l'autobus si riempie di persone), così gli atomi saranno costretti ad essere sempre più vicini, sempre più vicini, fino al punto di fondersi (le persone sono così attaccate che ogni volta che l'autobus frena o accelera si muovono tutte insieme, come un unico grande organismo: si risparmia energia!), dando origine ad atomi di elio, ed emanazione di calore (tutta l'energia che avrebbero speso le persone movendosi per conto loro in maniera non coordinata viene risparmiata poiché l'unico movimento che possono fare è quello coerente con tutto l'autobus, quindi si crea una direzione, un energia non più caotica e quindi con versi opposti che si annullano, ma energia coerente che può essere sfruttata).

Il processo della fusione nucleare e dell'emissione di calore inizia soltanto dopo un certo tempo (circa un'ora) e solo quando il numero di atomi di deuterio superano quelli del palladio.

Il rendimento che si ottiene è di circa il 1000 %. (avete letto bene!).

In questo modo si ricava calore da fusione nucleare a temperatura ambiente con strumenti e conoscenze utilizzabili quasi da chiunque poiché il materiale che si usa è quello di un semplice laboratorio chimico.

Inoltre il costo è veramente irrisorio poiché si parla di cifre intorno ai 300 euro per ottenere circa 10 Kw/h per ben 500 anni!

E il tutto senza produrre nessun residuo nucleare, radiazioni nocive o qualsivoglia inquinamento.

 

Applicazioni

La fusione fredda è energia ad alta densità che si può ottenere in modo semplice. Questo vuol dire che si può avere tutta l'energia che ci serve, ovunque necessiti, senza alcun bisogno di doverla trasportare. Si può creare in situ. Non ha bisogno di essere centralizzata. Non esisterà mai una centrale a fusione fredda. Ho bisogno di acqua calda? Non necessito neppure di uno scaldabagno poiché con una "pila" a fusione fredda tanto piccola da poter essere inserita dentro ogni rubinetto di casa mia (tanto costa poco!), potrò avere acqua calda quando e quanta ne voglio!

Non esisterà il bisogno di trasportare energia (pensate all'eliminazione di tutti i tralicci dell’alta tensione), di immagazzinarla, di costruire centrali costose. Non potrà esistere un fornitore di energia elettrica perché sarete voi stessi a fornirvi di energia dove, quando e quanta ne vorrete! Energia portatile, pulita ed abbondante… sembra un miracolo! (Qualche anno fa Carlo Rubbia disse queste testuali parole: “se la fusione fredda funziona vuol dire che Dio è stato molto, molto buono con noi”).

Ebbene Dio, la natura, l'universo è strutturato in modo da poter vivere nell'abbondanza. Pensate a tutte le piante che esistono, a quanti tipi di esseri viventi, a quanti colori, alla infinita grandezza dell'universo… e pensate alla considerevole energia che possiamo utilizzare: allora perché continuare a vivere nella miseria? Dipende solo da noi. [T. Bosco / Nexusitalia ]

 

La Fusione Fredda fatta in casa

 

Per realizzarla basta poco.

Prendete un contenitore di vetro in Pyrex, come quello di un vasetto di marmellata da 500 gr.

Dopo averlo pulito per bene metteteci dell’acqua con disciolta una sostanza che la renda conduttrice (bicarbonato di sodio o potassio carbonato) nella quantità di ca. 100 gr/litro.

Vi si immergano, poi,  due elettrodi di tungsteno alimentati da una tensione continua maggiore di 150 V, meglio se regolabile.

Questi due elettrodi devono essere asimmetrici, l’anodo molto immerso a toccare il fondo ed il catodo poco sotto il livello dell’acqua dalla superficie.

Per rendere conduttrice l’acqua basta mettere, come soluto, qualsiasi sostanza che si sciolga generando ioni.

E’ buono qualsiasi sale, acido o base, tranne le sostanze organiche, come, per esempio, lo zucchero.

Basterà erogare una tensione continua e già da 150-200 V si comincerà a notare sul catodo il fenomeno cercato.

Aumentando la tensione fino a 350 V il fenomeno sarà maggiormente evidenziato.

 

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Su internet ho trovato il seguente articolo che dimostrerebbe che negli USA esistono già da molti anni applicazioni private, sperimentali ma effettive di dispositivi a F.F. Chi volesse approfondire, faccia ricerche.

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 PRESENTATO UN REATTORE A FUSIONE FREDDA DA 1 Kw*

* (5-7 Dic.1995) di Jed Rothwell, Contributing Editor, Infinite Energy Magazine [Nel sito Web INE con permesso formale.]


Fusione fredda al Power-Gen '95 di Anaheim

La settimana scorsa, al Power-Gen ' 95 (esposizione delle industrie energetiche) ad Anaheim, da Clean Energy Technologies, Inc. (CETI) è stato presentato un reattore a fusione fredda da 1 kilowatt, col reattore a fusione fredda su film elettrolitico in acqua leggera. Il catodo è composto di migliaia di sferette di 1 mm di diametro di co-polimero con un sottile rivestimento, depositato elettroliticamente, di strati multipli di rame, nichelio e palladio. Le sferette sono coperte da tre brevetti Americani, con brevetti supplementari in corso.

Durante questa dimostrazione, sono stati immessi fra 0.1 e 1.5 watt di elettricità, e la produzione in uscita della cella è stata da 450 a 1,300 watt in calore. Precedentemente CETI aveva mostrato celle a fusione fredda più piccole. Ad Aprile, alla Quinta Conferenza Internazionale sulla Fusione Fredda (ICCF5) dimostrarono un entrata di 0.14 watt e un'eccedenza con picco di 2.5 watt, con un rapporto di 1:18. Ad Ottobre, alla sedicesima biennale Symposium on Fusion Engineering (SOFE '95) è stata dimostrata una cella con 0.06 watt in entrata e 5 watt di produzione, con un rapporto di 1:83. Il rapporto al Power-Gen è stato da 1:1000 a 1:4000.

I calorimetri al ICCF5 e al Power-Gen sono stati progettati e costruiti da Dennis Cravens. Il calorimetro del SOFE ' 95 è stato costruito dal gruppo di George Miley all'Università di Illinois. La cella e il calorimetro Power-Gen sono molto più grandi delle precedenti apparecchiature di dimostrazione di fusione fredda del CETl. La cella è lunga 10 cm, con 2.5 cm di diametro, e contiene circa 40 ml di perline. Le celle precedenti avevano circa 1 ml di perline. La cella stessa è avvolta in schiuma opaca plastica perchè la geometria della cella è stata migliorata e i miglioramenti non sono stati ancora brevettati. Gli altri componenti nel calorimetro sono fatti di Lucite, plastica trasparente.

 ….

Descriverò la dimostrazione del Power-Gen più in dettaglio in un imminente articolo sul periodico "Infinite Energy".

Jed Rothwell, Contributing Editor Eugene F. Mallove, Sc.D., Editore Capo di INFINITE ENERGY:
Cold Fusion and New Energy Technology
P.O. Box 2816—Concord, NH 03302-2816
Fax: 001 (603) 224 5975  Telefono: 001 (603) 228 4516 

 

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G.Preparata ed E. Del Giudice

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