Reazioni piezonucleari ultrasoniche 1/3
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Reazioni nucleari ultrasoniche o piezonucleari: i filmati |
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Chi volge le spalle al sole vede solo la sua ombra... |
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Reazioni piezonucleari ultrasoniche 2/3
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Reazioni piezonucleari ultrasoniche 3/3
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Si tratta di una sintesi del convegno, divisa in tre parti, della durata complessiva di circa 23 minuti. L’intera conferenza è scaricabile dal sito www.vides.tv, che l’ha realizzata e ne detiene tutti i diritti. Egli sostiene che …”bisogna pensare prima di agire, ma senza troppi preconcetti o pregiudizi, consapevoli che la logica della natura non è quella umana, altrimenti la scienza sarebbe davvero troppo facile…” |
Il Prof. Cardone tiene a ribadire che la scoperta/invenzione dalla quale ha già ricavato tutte le soddisfazioni possibili (reazioni nucleari ultrasoniche), non è sua ma dell'Italia intera, che nulla gli appartiene e che nulla di ulteriore si aspetta se non la propria tranquillità. La “proprietà” del fenomeno (se di "possesso" si può parlare) è della collettività. La sua missione si è esaurita con la scoperta dell’evento. L'Ansaldo nucleare è fortemente interessata allo sfruttamento del principio del quale il CNR detiene i brevetti. L'Italia quindi, forse di nuovo alla ribalta con gli studi applicativi di una nuova energia, pulita, abbondante, economica, utile alla neutralizzazione delle attuali scorie, e chissà cos'altro, visti i notevoli effetti "collaterali" di questa trasformazione della materia. Quanto all’ordine di grandezza di questa scoperta si noti che il doppio dell'energia prodotta da 30Kg di uranio, è stata ricavata con la macchina sperimentale del CNR da... pochi grammi di cloruro di ferro!
Considerazioni personali
In genere queste scoperte su possibili energie alternative, se non diventano realtà in tempi ragionevoli (pochi anni), si trasformano immancabilmente in fonti inesauribili di editoria da Xfiles per la gioia di chi vede cospirazioni di tutto il mondo. E di quelli, poi, che in qualche modo ci speculeranno sopra…pro e contro. Speriamo bene, quindi. La presenza di illustri ricercatori, delle Forze Armate, di prestigiose università e centri di ricerca italiani e stranieri lascia supporre che non si tratti di un “bidone”. Troppa gente importante ci rimetterebbe la faccia, non vi pare? E se il prezzo spropositato del petrolio di questi ultimi mesi fosse frutto, non solo dell’aumentata richiesta internazionale ma, bensì, della paura che questi petrolieri hanno del fatto che la loro ricchezza sia arrivata al capolinea? Se fosse così, saremmo vicini davvero ad una svolta epocale… Tanti auguri all’umanità … ed a tutti noi. |
Le caratteristiche “nucleari” del ferro
Considerando la tavola degli elementi… tutti i nuclei a partire dal più piccolo,l’Idrogeno (il Deuterio), fino al più grande, l’Uranio, sono ordinati secondo il valore crescente della loro energia di legame per componente. Tra i due estremi vi è il Ferro, che si trova circa a metà tra Deuterio e Uranio, inoltre il Ferro possiede il valore più alto dell’energia di legame per componente tra tutti i nuclei degli elementi, ed in più il Ferro è inerte, cioè non radioattivo. Per questa sua proprietà di avere l’energia di legame più alta, il ferro è il più svantaggiato per produrre energia nucleare ed anche il meno incline a farlo. Scherzando si può dire che il suo nucleo è… “duro come il ferro” e quindi sarebbe l’elemento meno opportuno da considerare, almeno secondo il buon senso, come avrebbe detto Fermi. Ma tutto questo in condizioni normali, ossia in un spazio piatto. Viceversa in uno spazio deformato dalle energie nucleari, il Ferro si trova in posizione avvantaggiata. Infatti se vi è una soglia di energia da raggiungere, che è al di sopra di tutte le energie di legame, il nucleo con l’energia più alta è quello più vicino, quello che a parità di potenza fornita la supera per primo fra gli altri nuclei e, cosa più importante, nel minor tempo… Questo è un ragionamento di estrema semplicità ed eleganza che riassume una serie di ragionamenti e calcoli alquanto complessi ed è dovuto al fisico italiano W. Perconti.
La cavitazione
Le bolle di gas disciolte nei liquidi e sottoposte a pressioni sufficienti a comprometterne l’equilibrio interno, si comportano in modo opposto a quanto farebbe una bolla di sapone che galleggia in aria: invece di esplodere, implodono. Le pale dell’elica di un natante presentano infatti una serie di abrasioni e usura caratteristici provocati proprio dall’implosione di queste micro bolle gassose in prossimità del metallo di cui l’elica è costituita. La pressione esercitata dal movimento dell’elica, è quindi la causa sufficiente a provocare le micro implosioni. Ci si accorse che queste erano tanto piccole e di così breve durata da concentrare un'impressionante quantità di energia in uno spazio infinitesimo. Gli ultrasuoni in particolare riuscivano poi a causare il collasso delle bolle disciolte in acqua a temperatura e pressione ambientali. Stupiva inoltre il particolare che le bolle sottoposte a pressione ultrasonica, trasformavano spontaneamente l’onda di pressione in onda d’urto. Si apriva la strada delle misurazioni: la via prediletta di ogni empirista. Osservando la quantità di luce emessa nei liquidi sollecitati dagli ultrasuoni, si iniziò a stimare la temperatura raggiunta nei microscopici spazi prossimi alle piccolissime onde d’urto: migliaia, centinaia di migliaia e infine milioni di gradi. Erano temperature ovviamente confinate a spazi infinitesimali, ma comunque sufficienti ad obbligare gli atomi disciolti nel liquido a liberare luce grazie al rilascio dei componenti dei quali sono costituiti. L’idea che le bolle potessero dar luogo ad una serie interminabile di piccolissime onde d’urto in modo da innescare una reazione a catena, fu raggiunta con estrema rapidità. Certo era necessario che le bolle contenessero gas utili a provocare una reazione nucleare quando fossero state sottoposte a cavitazione. Si provarono così varie miscele di deuterio e acqua pesante con alterne fortune, perlopiù affidate al "vediamo che succede se"…. Inziò quindi la fase analitica nel corso della quale si fece strada una nuova terminologia per identificare il fenomeno: reazioni piezonucleari. Non stupisce che i primi enti a finanziare la ricerca sistematica in questo nuovo campo della fisica fossero il ministero della difesa e quello per l’energia degli Stati Uniti d’America. Le indagini si svilupparono durante i periodi 1992-1998 e 1999-2002. ————————————————————————————
L’opinione di C. Rubbia Puntare solo sulle fonti rinnovabili è azzardato
Nel suo intervento alla Conferenza nazionale energia e ambiente organizzata a Roma dall’Enea, il premio Nobel per la fisica Carlo Rubbia ha delineato il panorama del fabbisogno energetico del pianeta per il prossimo secolo. Puntare solo sulle fonti rinnovabili è azzardato. Su quale possa essere il loro contributo effettivo, ha detto Rubbia, ogni ricercatore e ogni politico dovrebbe interrogarsi a fondo, lasciando da parte qualsiasi pregiudizio. E secondo lui, pur riconoscendo un importante valore di supporto a queste fonti, pensare che da esse arrivi una porzione considerevole dell’energia futura è quantomeno azzardato. “Supponiamo di voler ottenere con pannelli fotovoltaici circa un quarto dell’energia di cui avremo bisogno nel 2100, cioè circa la quantità d’energia consumata oggi”, ha affermato Rubbia. “L’energia che arriva dal Sole è, nella situazione più favorevole, di 270 Watt al metro quadro. Questa energia va poi trasformata in elettricità e considerando un’efficienza complessiva del 10 per cento, significa che bisognerebbe coprire 700 mila chilometri quadrati del pianeta con pannelli solari”. Qualche esempio: il Giappone dovrebbe coprire più del 35 per cento del suo territorio, la Svizzera poco meno del 25, all’Italia (terra soleggiata) “basterebbe” circa il 12 per cento. Per soddisfare la metà del nostro futuro fabbisogno elettrico con l’energia solare servirebbero circa 22 mila chilometri quadrati di pannelli, un’area grande più o meno quanto tutta la Sardegna. Se poi un calcolo analogo si ripete per l’energia eolica, il risultato è che bisognerebbe riservare quasi 8 milioni di chilometri quadrati del nostro pianeta ai “mulini a vento” (per confronto: la superficie mondiale coltivata è di circa 10 milioni di chilometri quadrati). Il messaggio è chiaro: per niente non si ottiene niente. “Chi si preoccupa tanto dell’impatto ambientale dovuto al raddoppio dell’autostrada Bologna-Firenze dovrebbe considerare seriamente cosa significa stendere 22 mila chilometri quadrati di pannelli solari…”. E quindi? E’ ovvio che il professore crede molto al suo Energy Amplifier, una forma di “nucleare più pulito” che prima di tutto avrebbe il grande merito di bruciare le scorie e il plutonio prodotte negli anni del “nucleare sporco”. E’ un progetto sviluppato da Carlo Rubbia e dal suo team al CERN di Ginevra. L'Energy Amplifier è una nuova forma di energia nucleare pulita e sicura. Si tratta di un sistema guidato da un acceleratore di protoni (ciclotrone), con barre di Torio come fissile ed ha bisogno di una fonte di neutroni esterna e continua affinché la reazione nucleare possa avvenire. L' Energy Amplifier è anche capace di bruciare scorie radioattive prodotte dai reattori nucleari tradizionali. Il suo costo di generazione dell'elettricità è stato calcolato in base al progetto attuale del CERN e mostra come l'Energy Amplifier, qualora costruito, sarebbe il metodo più economico per produrre elettricità, quando comparato a fonti tradizioni come petrolio, metano, carbone, nucleare attuale e fonti rinnovabili. Al contempo, l'Energy Amplifier dimostra anche di essere una fonte di energia "amica", come si evince dai suoi vantaggi nei confronti di fonti tradizionali e persino delle rinnovabili.
Svantaggi dell’E.A.: 1) Esiste un insieme di difficoltà tecniche generali per evidenti complessità. 2) Ogni reattore avrebbe bisogno di un enorme acceleratore (sincrotrone) per generare i fasci di protoni ad alta energia, che, inoltre, è molto costoso. 3) Non è stato mai costruito un sincrotrone di potenza sufficiente. 4) Il combustibile necessario (Torio od Uranio) è ancora quello radioattivo.
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Tutto lascia supporre che l’idea migliore ad oggi, se realizzata, sarebbe quella del nucleare ultrasonico del prof. Cardone. Senza alcun dubbio. Mentre si comincia a comprendere perché Rubbia abbia abbandonato gli studi sulla Fusione Fredda all’ENEA di Frascati, che cominciavano a dare i primi ottimi risultati e lasciavano intravedere positivi sviluppi. Gli affari sono un’altra cosa …
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Approfondimenti :
————————————————————— Rif. CNR: 1740 Nel caso di reazioni endotermiche, vi è consumo di energia elettrica per la generazione di reazioni piezonucleari che producono sostanze utili.
Utile per produzione di energia e produzione di materie prime.
Rif. CNR: 1739
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